Non è mai troppo tardi, direbbe il maestro Manzi, per inventare modi nuovi per educare a pensare, per preparare un individuo a un futuro imprevedibile, in cui il sapere va continuamente ricostruito e molti modi di guardare vanno sviluppati per affrontare la dinamicità della realtà. La scuola della ripresa e della resilienza abbatte i muri delle certezze e si prepara ad essere fluida e trasparente. Lascia lo spazio aula per operare in ambienti che raccontano, che pongono problemi e offrono strumenti per trovare soluzioni, vivendo esperienze e sviluppando ragionamenti.
da Redazione